
Ciò permette l’ottenimento di certificati bianchi e di incentivi per l’utilizzo di tecnologie innovative, con una conseguente riduzione dei costi di gestione degli impianti, che favorisce il ritorno sull’investimento.

L’evaporazione è una tecnologia di trattamento dell’acqua molto efficace, ma la necessità di notevoli quantità di energia incide sui costi operativi degli impianti. Accurati studi di fattibilità definiscono la scelta della tecnica evaporativa più conveniente (acqua calda o vapore, ricompressione meccanica del vapore, pompa di calore) in ciascun caso specifico, valutando l’applicazione di accorgimenti, come la creazione del vuoto nella camera di ebollizione e l’utilizzo di più serbatoi (multiplo effetto), che favoriscono il risparmio energetico.

La tecnologia biologica UASB (Up-flow Anaerobic Sludge Blanket), applicabile ad acque reflue che presentano un alto carico di COD (Chemical Oxygen Demand), come quelle delle industrie alimentare, chimica e farmaceutica, permette non solo di abbassare il carico inquinante dell’effluente, ottenendo un’acqua riciclabile nel processo produttivo, ma anche di generare energia: i batteri presenti nell’impianto, infatti, digeriscono il carbonio, producendo biogas.

Il processo di trattamento del digestato da impianti a biomasse per la rimozione dell’azoto, del COD e dei metalli pesanti in esso contenuti, consente allo stesso tempo una valorizzazione dell’effluente attraverso il riciclo delle sue frazioni liquide e solide, che possono essere utilizzate come fertilizzanti e ammendanti o combustibili per la produzione di energia.

L’utilizzo di unità di trattamento a osmosi inversa o MBR mobili è particolarmente diffuso per la desalinizzazione e la potabilizzazione dell’acqua in situazioni di emergenza o in villaggi rurali. Gli impianti, monitorabili da pannelli di controllo, sono in grado di raggiungere l’autonomia energetica grazie al collegamento con un sistema fotovoltaico.

Una delle problematiche degli impianti di filtrazione a membrana (osmosi inversa, ultrafiltrazione, nanofiltrazione) è la creazione di incrostazioni sulle membrane che causano un rallentamento dell’azione filtrante, determinando tra l’altro un aumento dei consumi di energia. Una tecnologia innovativa è in grado di prevenire il fenomeno, ottimizzando le rese dei processi di desalinizzazione: essa permette infatti il recupero di oltre il 90% dell’acqua, la riduzione fino al 60% del concentrato da smaltire, la minimizzazione o l’eliminazione dell’utilizzo di prodotti chimici antincrostanti e l’abbassamento dei consumi di energia.