I vantaggi dell’utilizzo di evaporatori sottovuoto
Gli evaporatori sottovuoto e gli evaporatori a multiplo effetto permettono una riduzione dei consumi energetici dei sistemi di evaporazione e il conseguente accesso ai Titoli di Efficienza Energetica. A fronte della sua efficacia nel trattamento delle acque industriali, l’elevato fabbisogno energetico di questa tecnologia incide infatti significativamente sui costi operativi degli impianti. Gli evaporatori sottovuoto e gli evaporatori a multiplo effetto determinano un notevole risparmio di energia elettrica e termica: i primi sono in grado di portare ad ebollizione l’acqua a temperature inferiori (dai 20° ai 40°) rispetto a quelle necessarie in condizioni di normale pressione atmosferica; i secondi, costituiti da più serbatoi, sfruttano il calore rilasciato dalla condensazione del vapore alla fine del processo per il riscaldamento dell’acqua nello stadio successivo.
I processi di evaporazione per il trattamento delle acque industriali possono essere ottenuti attraverso l’impiego di diversi sistemi: ad acqua calda (o vapore), a pompa di calore, a compressione meccanica del vapore. Il gruppo Venza individua la migliore scelta tecnologica tramite accurati studi di fattibilità tecnico-economica che prevedono l’analisi delle caratteristiche degli effluenti, un periodo di prova con un impianto pilota installato direttamente presso gli stabilimenti produttivi e il calcolo dei costi di investimento e di gestione.
Costi e materiali di costruzione degli evaporatori
I costi di investimento di un impianto di evaporazione sono determinati principalmente dai materiali di costruzione. Gli evaporatori industriali sono infatti realizzati in leghe di acciaio INOX (AISI 316L, DUPLEX) o di metalli (HASTELLOY) o in carburo di silicio, che garantiscono un’elevata resistenza alla corrosione esercitata dalle acque reflue, contenenti sostanze inquinanti ad alto grado di acidità (con un pH da 0 a 7). Le agevolazioni fiscali stanziate dal Piano Nazionale Transizione 4.0 e dalla Legge Sabatini per l’acquisto di beni strumentali e per l’automazione dei processi permettono comunque un recupero fino al 60% degli investimenti.
Grazie alla capacità di concentrazione degli inquinanti, gli impianti di evaporazione riescono a produrre fino al 90-95% di acqua distillata e fino al 5-10% di concentrato sull’effluente introdotto. La diminuzione dei volumi dei rifiuti liquidi abbassa i costi di gestione, soprattutto a fronte del recente aumento delle spese di conferimento. Essi possono essere ulteriormente ridotti attraverso il recupero e il reimpiego di sottoprodotti del trattamento: dalle acque di processo dell’industria galvanica si possono estrarre cromo e nichel, da quelle dell’industria dei detergenti tensioattivi, da quelle dell’industria alimentare prodotti per la zootecnia, dai percolati di discarica soluzioni organiche come il solfato di ammonio, dai digestati di impianti a biomasse fertilizzanti agricoli.
Le elevate caratteristiche qualitative dell’acqua distillata consentono il suo riuso nel ciclo produttivo, quando necessario previa eliminazione degli eventuali inquinanti residui tramite l’applicazione di trattamenti quali l’ultrafiltrazione, l’osmosi inversa, l’ossidoriduzione, la cui opportunità e convenienza è valutata nell’ambito degli studi di fattibilità. In alternativa, può essere scaricata in conformità con i limiti di concentrazione delle sostanze inquinanti stabiliti dal DLgs 152 del 2006.
Evaporatori sottovuoto per un’alta efficienza energetica
Gli evaporatori sottovuoto e gli evaporatori a multiplo effetto (con uso di energia recuperata da impianti di cogenerazione o di combustione) possono beneficiare dei Titoli di Efficienza Energetica, come confermato dal recente decreto certificati bianchi, che ne regolamenterà l’erogazione fino al 2034.